Operazione Shingle – 1944

Operazione Shingle 

I Vigili del Fuoco c’erano?

di Alessandro Mella  

“Avevo sperato di lanciare sulla spiaggia di Anzio un gatto selvatico, mentre invece mi ritrovo sulla riva con una balena arenata!”

WINSTON CHURCHILL

 

Premessa 

Nel Dicembre del 1943, Churchill e Roosevelt si erano incontrati per fare il punto della situazione del conflitto in corso. Tra i tanti punti all’ordine del giorno ci fu l’ideazione di uno sbarco in Italia allo scopo di alleggerire la pressione esercitata dal nemico sui reparti impegnati a sfondare la linea Gustav per puntare verso Roma, in quel momento ancora occupata dalla armate germaniche. L’idea, suggerita proprio dal Primo Ministro britannico, parve trovare gelida accoglienza tra le gerarchie militari come conferma un appunto del Gen. Lucas, a capo delle operazioni, relativo proprio al ruolo di Churchill nella vicenda:

« L’intera faccenda puzza di Gallipoli, ed evidentemente sulla panchina dell’allenatore c’è sempre lo stesso dilettante »

Ed è noto che nel 1918 i nemici degli inglesi, gli ottomani, ebbero la meglio. Tuttavia l’operazione scattò il 22 Gennaio

Carri armati Sherman sbarcano ad Anzio-1944

1944 quando, alle 02.45, le truppe angloamericane misero piede sulle coste laziali.  Tuttavia, com’è noto, l’operazione non ebbe gli esiti sperati poiché, anche causa di una serie di errori strategici degli Alleati, il Maresciallo Kesselring, ebbe tutto il tempo di organizzare la resistenza tedesca. Il consolidamento della testa di ponte dell’Asse inchiodò gli inglesi e gli americani per moltissime settimane, al punto che i 50 kmche dividono Anzio da Roma furono percorsi e conquistati faticosamente in ben 4 mesi. Gli alleati vi persero ben 42.000 uomini contro i 25.000 dei tedeschi e quello che doveva essere un colpo di mano audace ed ardito divenne una vera e propria campagna militare, al punto che lo sbarco, l’Operazione Shingle, passò poi alla storia come “Battaglia di Anzio” per via dei numerosi scontri e combattimenti che precedettero l’ingresso degli angloamericani a Roma il 4 Giugno 1944.

 

 

I Vigili del Fuoco e l’Operazione Shingle

 Avevo sentito varie volte parlare di una presenza dei Vigili del Fuoco italiani in quel delicato contesto, ma ne trovai una sola traccia nell’autorevole volume “Oltre il fuoco”, pubblicato nel 1991.. Nel libro, l’autore,  l’Ing. Nicola Colangelo, narrava di come le autorità del Governo Militare Alleato avessero avuto la falsa notizia che i servizi antincendi nei territori occupati fossero inefficienti ed inattivi. Fu per questo motivo che si scelse del personale del 54° Corpo Vigili del Fuoco “Napoli” per costituire un reparto speciale da impiegarsi al seguito delle armate angloamericane. Aggregati a reparti secondari della V Armata, gli uomini, al comando dell’Ing. Sinigaglia, furono imbarcati su una tipica nave da carico classe “Liberty” e, in vista dell’avanzata verso Roma, sbarcati nel Maggio del 1944 dietro alle linee di combattimento. Grande sorpresa ebbero giungendo nella Capitale, non senza incontrare il fuoco nemico, quando scoprirono che malgrado le difficoltà e le ruberie d’automezzi da parte dei tedeschi in fuga dalla città, il Corpo di Roma era perfettamente in grado di soccorrere la popolazione. Fu forse per questo motivo che la colonna non si fermò a Roma ma, come riporta il libro citato, proseguì, insieme ai reparti antincendio del Genio del Corpo Italiano di Liberazione, al seguito dei reparti inglesi ed americani fino a Bologna, nel corso della loro lunga, ma vittoriosa “Campagna d’Italia”.

Due scatti fotografici

 Per molto tempo non avevo dato molto spazio a queste vicende, proprio perché mi mancavano riferimenti precisi sulla faccenda che avrebbe meritato, ed indubbiamente merita, un approfondimento qualora un domani documenti e notizie su questa pagina di storia piuttosto affascinante venissero a galla. Tuttavia, tornai a pensarci e decisi di dedicarvi un breve articolo per merito di due scatti fotografici recentemente scoperti e che, molto probabilmente, ritraggono dei vigili di quel reparto. Innanzitutto, a giudicare dalla poca marzialità e del disordine nelle divise delle persone ritratte, le cui cravatte non erano uniformi ed i baveri delle camicie erano portati sopra il colletto della giubba, ritenni di poter collocare quelle immagini dopo il 1943. Precedentemente, tali pratiche erano infatti punite severamente. Le giacche erano delle modello 1940 con i bottoni di frutto e le fiammette senza fascio littorio usate dal Settembre 1943 in poi. Ma colpiva l’uso del basco in capo alle persone ritratte. Ovviamente non si trattava di militi del Battaglione Santa Barbara, sciolto molti mesi prima, e, dato l’abbigliamento, nemmeno di personale del servizio portuale. Eppure il basco suggeriva un impiego in mare, proprio come i casi già citati. Ad eccezione dei paracadutisti, l’uso del basco in Italia era prerogativa dei reparti “da sbarco”, d’impiego “anfibio” o, comunque, marittimo. L’aspetto di quegli uomini era particolare e suggeriva che la foto fosse stata scattata molto avanti rispetto all’inizio del conflitto. I volti, poi,

Le due foto, molto probabilmente ritraggono alcuni Vigili della colonna AMG a Napoli poco prima della partenza. Collezzione Fabio Calò

 

sembravano avere tratti somatici simili a quelli molto diffusi nell’Italia meridionale. Iniziai a chiedermi se potessero essere i componenti di quel reparto che sbarcò ad Anzio proprio nel 1944. Date, particolari e dettagli potevano davvero sposare quella possibilità. Difficile avere la certezza assoluta, ma un ulteriore elemento di sostegno a questa tesi venne da un amico napoletano che, dopo aver visto le due foto della collezione di Fabio Calò, mi dette una notizia. Secondo Luigi Castiello, infatti, le foto erano state scattate a Napoli, nel quartiere Chiaia, presso la Scuola Carlo Poerio, che egli ben conosce e che ospitò spesso i reparti dei Vigili del Fuoco nel periodo bellico e con ogni probabilità anche la Centuria del Battaglione Santa Barbara destinata di rinforzo a Napoli nel 1942. Giova ricordare che la colonna era stata creata dell’Allied Military Government  proprio nella splendida città partenopea! Un altro tassello andava al suo posto.

 

Conclusioni

Il ritrovamento delle fotografie oggetto di questo studio non basta certamente a chiarire al meglio l’affascinante vicenda che vedrebbe i pompieri nuovamente protagonisti della grande storia di questo paese. Tuttavia, costituisce un grande passo avanti e va dato merito al libro del Comandante Colangelo di aver dato, molti anni fa, le prime timide notizie sulla vicenda. La storia ha sempre tante pagine da scoprire e forse questa troverà presto nuova luce man mano che particolari e dettagli potranno emergere dalle nebbie del tempo.

Soldati della Wehrmacht presi prigionieri di guerra nel corso dei combattimenti sul litorale Laziale

L’autore desidera ringraziare Fabio Calò, Luigi Castiello e Marcello G. Novello. 

Author: enri