Settimio Baldieri detto “il Pompierone”

 

 

Settimio Baldieri
“ Il Pompierone”

 

 

Baldieri Settimio copia ridottaGiovanni e Settimio Baldieri. Due componenti la balda schiera di cinque figli maschi, tutti volontari nel corpo dei pompieri, tutti ricordati per le loro eroiche gesta. Ma Giovanni e Settimio, pur nello stesso temerario coraggio dei loro fratelli, emersero su questi per altre preziose doti.
Settimio Baldieri, tenente dei pompieri arredatore e decoratore eccezionale, era conosciutissimo a Roma per la sua imponente mole e per la sua affettuosa cordialità.
Per Re Umberto I il tenente dei vigili Settimio Baldieri era soltanto il “Pompierone”. Il Sovrano non lo chiamò mai altrimenti nei due brevi periodi in cui il Baldieri, negli appartamenti del Quirinale destinati ad ospitare l’imperatore Guglielmo II di Germania eseguì tali e tante meravigliose opere decorative,per le quali il Re, oltre ad elogiarlo con parole di vivo compiacimento, lo nominò Cavaliere della Corona d’Italia. E quando l’Imperatore Guglielmo II prese possesso degli alloggi ad esso destinati e osservato da grande intenditore, l’arredamento e la parte decorativa degli ambienti, volle conoscere l’autore di tanto artistico lavoro, Settimio Baldieri …..non trovò affatto strano il desiderio del Sovrano. Si presentò….massiccio e disinvolto e accolse, in rigida posizione di attenti, gli elogi di Guglielmo II, così come aveva accolti quelli di Umberto I. Ma se il suo Re lo aveva creato Cavaliere della corona d’Italia, l’Imperatore, come per non essere da meno, volle decorarlo due volte, e qui sarà bene lasciar parlare lo stesso Baldieri.
“ l’Imperatore Gujermone doppo d’avemme stretta la mano, m’ammollò la decorazione dell’aquila Nera e quanno rivenne la siconna vorta a Roma, nun potette fa a meno de damme quella dell’aquila Rossa. E così come vedete, e mostrava il suo decoratissimo petto, mò posso fa pure concorrenza all’uccellaro. ” Ebbe infatti le due decorazioni che insieme a quelle ottenute per atti di coraggio ed altre opere meritorie, formavano nel suo ampio petto un bellissimo medagliere. Tuttavia il Baldieri, inimitabile artista dell’arte decorativa, non risulterà meno grande se lo andremmo a considerare quale ufficiale del corpo dei pompieri. L’Amministrazione comunale del tempo con a capo il Sindaco Principe Don Prospero Colonna, fu debitrice al tenente Baldieri della risoluzione dei gravissimi casi, determinatesi, sempre negli incendi che colpirono la città, per far fronte ai quali gli antichi vigili non possedevano davvero le moderne attrezzature di oggi. Basterebbe citare l’incendio del pastificio Pantanella, quello di palazzo Odescalchi e l’altro ancor più terrificante del Circo reale in via Vittorio Colonna, ove solo il coraggio e il sangue freddo del gigantesco tenente valsero a scongiurare disastri maggiori e perdite di vite umane. Da un bollettino dell’epoca apprendiamo infatti che: tale era l’impeto e la potenza del fuoco, che quasi tutti i pompieri, presi un istante dal panico, restarono stupiti ed inerti. Il tenente Baldieri comprese che doveva andare. con i suoi centoquattro chili di peso si lanciò sulla scala-porta ( circa 20 metri di altezza) la salì velocemente e da lassù impartì ordini a gran voce. I pompieri elettrizzati applaudirono, scattarono, agirono e ….. l’incendio fu domato. Il Principe Colonna che aveva cominciato a stimare moltissimo il suo tenente dei pompieri, finì col diventarne amico carissimo. Talchè, chiunque, in quel tempo, avrebbe potuto osservare sullo scrittoio del sindaco a Villa Massimo sulla via Sallustiana l’imponente effige di Settimio Baldieri, detto semplicemente da Re Umberto I “ Il Pompierone”.

“Strenna dei romanisti 1959”

 

 

 

 

Author: enri